Cosmiche convergenze impongono riflessioni.
pues...
No perchè qui la questione si sta facendo buia. Incontrollata.
Il periodo attuale mi pone di fronte a diversi interrogativi:
Rispondere è sempre lecito?
Quando la tua necessità di coerenza morale diventa facilmente fraintendibile, è utile esprimersi?
Mettiamo che una zia (o il mio prossimo, per semplificare) faccia un gesto sciocco, ignorante, grave: un saluto romano. Mettiamo un contesto di poca confidenza e disponibilità al dialogo.
Tra le risate generali, l'unica reazione che sono stata capace di avere è stato non ridere.
Da quel momento non mi passa dalla testa il pensiero: "cos'era giusto fare?"
Mi domando, si può TESTIMONIARE col silenzio? O avrei dovuto trovare delle parole per non lasciare che un gesto così meschino rimanesse "impunito"?
Il mio timore era, ed è : "saprò fare la differenza? tra chi si sente in dovere di rispondere a priori, e chi vuole semplicemente far ragionare chi forse non è abituato a farlo?".
Ma soprattutto, perchè non so mettere per iscritto una discussione durata 4 ore sull'argomento?
4 Comments:
non so perchè ma mi sono venuti in mente i leghisti: la prima, decisamente la prima.
La prima cosa? Silenzio?
rispondere a priori.
Infatti è proprio quello che non serve a niente. Rispondere per rispondere non assicura un risultato. Cercare di far ragionare, utilizzando gli strumenti limitati di chi hai di fronte, parlando la sua lingua, quello si è un tentativo fertile. Dopodiché...se il terreno è sterile...è inutile incaponirsi.
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