01 ottobre 2015

Manutenzione.

pues...

Io sfido chiunque a trovare una pratica più difficile della manutenzione.

Di una buona abitudine.
Di un'amicizia.
Della pazienza.
Dell'entusiasmo.
Di un amore.
Di un'ordine, mentale e fisico.
Di un equilibrio.

Ottieni qualcosa con tanta, tanta fatica. Poi ti accorgi che il totale della fatica che hai fatto, non è che una briciola, rispetto a quello che ti aspetta per mantenerla.

La bellezza e l'importanza, ma anche il continuo sforzo e a volte la frustrazione della manutenzione.

Cose che fanno scorrere il sangue nelle vene, oppure lo fermano.

02 settembre 2015

Settembre is the new gennaio.

pues...

Ogni anno si ripete la stessa storia.
Ogni anno, la sera prima di firmare, mi scoppia la testa, ho la tentazione di non andare, di rinunciare, la paura di non trovare quello che voglio o peggio ancora di lasciarmi sopraffare dall'emozione e scegliere una scuola lontana, o terribile.

Come la chiamiamo questa emozione Dottore?

Il punto è che ogni volta è un salto nel buio, ogni volta.
A settembre ogni volta, da almeno 15 anni, per me arriva quella sera in cui ho le palpitazioni. E mi prende una vera e propria sensazione di PAURA.


La mia nuova casa mi ha tenuto compagnia e rinchiuso allo stesso tempo per questo lungo mese di non vacanza, sono arrivata persino ad odiarla, a trattarla male,

Da domani diventerà, ridiventerà il mio posto. Il posto in cui pensare a cosa vorrò cucinare, il posto in cui leggerò tanti libri, il posto in cui appenderò dei bei quadri e annaffierò le piante. Il posto dove ci sarà l'Amore e il suo abbraccio.

Ancora una volta: che paura e che voglia!

28 agosto 2015

Conservare sempre le chiavi.

pues...

Ho di nuovo bisogno di dire delle cose.

Mi sento come se rientrassi in una mia vecchia casa, è rimasto tutto uguale e tutto mio.

Nel frattempo però sono cresciuta, alcune cose sono cambiate, quindi mi darò da fare per rinnovare l'arredamento.

Ora mi metto comoda, mi guardo in torno e prendo appunti.


05 giugno 2012

Concorso.

Questa è una favola del dormiveglia...siccome non so dire da dove sia arrivata e nemmeno dove sia finita...ve ne racconto solo la parte che mi ricordo.

Poi vi lancio la proposta: scrivetelo voi un finale, e un titolo già che ci siete.
Sono sicura che ci daremo soddisfazione!


Non ho corretto.


Seguiranno illustrazioni.


C'era una volta un bambino, si chiamava Carlo, ma tutti lo chiamavano Bicchierello.
Lo chiamavano così prima di tutto perché era molto bello e faceva rima, e poi perché con sé portava sempre un piccolo bicchiere, da cui beveva sempre tanta acqua.
Bicchierello viveva in una piccola città chiamata Paverallo, chiamata così in onore di un antico fornaio, che inventò il famoso Tarallo Pavone, un biscotto coloratissimo e a forma di ruota. Paverallo era in provincia di Pioppiniano, una ricca e splendente grande città piena piena di alberi di pioppo.
Un giorno Bicchierello passeggiando per le vie del mercato di Pioppiniano, venne notato dalla Regina, che quel giorno faceva la spesa accompagnata dalla servitù.
La Regina Ricottella era carina, ma un po' cicciottella. La chiamavano così, infatti, perché amava farsi delle grandi scorpacciate di ricotta. Il suo vero nome era Federica, ma da Federica a Federicotta a Ricottella, il passo era breve, e così tutti la chiamavano Ricottella, e lei non si offendeva.
Ricottella si innamorò subito della bellezza di Bicchierello e gli ordinò di sposarlo.
Ma Bicchierello non accettò, non gli piacevano nè la ricotta nè Ricottella.
La Regina andò su tutte le furie e ordinò che Bicchierello venisse arrestato e imprigionato nell'alta torre di Garibalto, la più alta di Pioppiniano.
Ma siccome la Regina era viziatella, ma non cattiva, ordinò anche che a Bicchierello non mancasse mai l'acqua e fece costruire un canale apposta per lui. In questo modo avrebbe potuto bere tutti i giorni l'acqua più fresca e limpida della città e forse, col tempo, innamorarsi della sua generosità.


Un bel giorno di primavera accade una cosa terribile. Uno dei discendenti del fornaio di Paverallo, venuto a conoscenza dell'imprigionamento di Bicchierello, giunse a Pioppiniano carico di rabbia e per dispetto buttò una delle sue puzzolenti sigarette per terra. Il fornaio non era solo maleducato, ma anche cattivo. Sapeva infatti che a Piopparello, soprattutto in primavera, i marciapiedi e le strade, erano piene piene di polline dei pioppi, e tutti sanno che questi prendono fuoco facilmente. Infatti successe proprio questo! Immediatamente il mozzicone fece scoppiare un grande incendio, che presto si estese su tutta la città.


Le fiamme erano altissime, i Pioppinesi fuggivano dappertutto e la Regina non sapeva cosa fare.


Dall'alto della torre di Garibalto, Bicchierello vedeva le fiamme e si spaventò. Ma non esitò a trovare una soluzione: si sbottonò la cintura e iniziò a fare la pipì fuori dalla piccola finestra della sua cella.
Come già sapete, Bicchierello beveva sempre tantissimo, e quel giorno aveva bevuto più del solito. La sua pipì era inarrestabile e, a poco a poco, riuscì a spegnere l'incendio.


La Regina venne a sapere di come era stata salvata la sua prestigiosa città, e si arrabbiò molto, credendo di doversi vergognare agli occhi dei suoi sudditi. Decise quindi di liberare Bicchierello, perché non era cattiva, ma lo costrinse all'esilio.





...

08 maggio 2012

AAaa, volevo un albero.

pues...

Da quanti anni ho un blog?
Come fu, che fu un successo e ora non lo è più?

A tutti è concesso di essere acidi, io lo capisco. Ogni tanto capita a tutti. Io però mi domando: perché me lo si fa notare con puntualità, quando me lo concedo io?
Mi bullo di essere paziente, e pretendo che gli altri lo siano con me. Però mi accorgo che non funziona, che spesso mi si fa notare, magari giustamente, quando piscio fuori dal vaso.
Insomma, non è così che va bene.

Faccio gli esperimenti culinari ma poi litigo con la mamma e quindi non posso chiedere aiuto, quindi cerco le soluzioni su google ma mi perdo via in cazzate.

Ultimamente sono stata rapita dal tornado "vecchie mail". Signore! Mi si è riaperto un mondo!
Tutte quelle lunghe mail, belle.

Se leggi parli, io non leggo ma parlo. E parlo male. Scrivo ancora peggio. Questo è grave.

Bon, non avevo voglia di scrivere oggi, non avevo niente da dire.

Allora facciamo così. Scrivo tra 3 libri, ok?


Titoli?


02 aprile 2012

Istruzioni per l'uso.

Federica, se hai a che fare con dei rassegnati, rasségnati.
Poi controlla sul vocabolario e scegli. Non rinuncia all'inevitabile ma accettazione della difficoltà.

Federica, impara.

Impara che esiste solo un momento giusto per dire la cosa giusta. Fai in modo che l'onestà sia sempre la strada più ovvia. Ricordati che se esiste una soluzione, non esiste il problema.

E soprattutto, mentre fai tutto questo, non dimenticare di innaffiare le piante.

15 gennaio 2012

Appunti.

pues...

Ecco fatto. Casa mia.
Ci sono alcune cose che devo dire. Tipo che i mestieri di casa sono un'arte. Stendere, cucinare, lavare i piatti, rifare il letto, curare il camino, differenziare la spazzatura...sono cose che richiedono attenzione e genio.

Non c'era modo più appropriato per cominciare un nuovo anno: casa nuova, casa mia.

Ho già confessato altrove il mio desiderio di fare un bella linguaccia a chi non ci credeva, a chi mi ha, per molti mesi, solo visto e non guardato, a chi blablabla e poi solo grandi delusioni. Una bella linguaccia, un pernacchione sonoro e accompagnato da un energico gesto dell'ombrello. Così...giusto per prendermi la soddisfazione e dire : tiè!
Che poi non si sappia quanto duri questa condizione di fortuna mista a coraggio, questo è un altro discorso. Intanto sono arrivata fin qui. Ho detto che avrei fatto...e ho fatto. Per me è già sufficiente.

Detto questo...

Ora studiare, studiare casso...è bello quando ci riesco. Mi imbruttisco quando mi sveglio tardi, quando mangio male, quando ho freddo e quando il cellulare non funziona. E se il cellulare non funziona sono tagliata fuori dalla comunità.

La macchina non so più cosa sia, e ne sono felice.
La radio è diventata indispensabile. Prosegue la mia lotta contro il mostro della televisione. Non ce l'ho e me ne compiaccio, pensando che sono troppoalternativa... L'unico momento in cui mi manca è la sera, quando vado a letto. Ma dura poco.

Ah, il letto. Il mio letto è gigante. Ma la mattina mi sveglio coi piedi roventi e la testa gelata. La coperta è un forno e la parete un freezer. Bisogna porre rimedio. Unico elemento imprescindibile: NON SPOSTARE IL DIVANO-LETTO.
La sua posizione è quella, l'ho decisa io, e sono ostinata nel mantenerla.

Ho imparato a voler bene anche a questo orribile armadio a specchio, che mi ricorda un arredamento anni '80 davvero URENDO.


Questa è una serie di appunti.

Ci dormo su e domani troverò altre cose da dire.

Buona Notte !